Storia

Il luogo tra storia e leggenda

Il territorio tutto di Paterno e del suo circondario è avvolto da un alone di mistero. Il famoso “Passo dell’Orco” (detto anche “Montagna spaccata”) è un valico scavato dai Romani nella roccia per dare agibilità al tratto della via Popilia (o Annia) che da Capua, passando per Sarno, conduceva alla città di Nuceria Alfaterna, per arrivare fino a Reggio. Secondo la leggenda, l’Orco che dà il nome a questo “Passo” ricorderebbe il condottiero cartaginese Annibale. Questi, sul finire del III secolo a. C., avrebbe attraversato il “Passo” con le sue truppe per recarsi prima a Canne e poi in Sicilia.

La splendida pietra dei decori che adornano il palazzo baronale e che è stata tutta prelevata sul posto, ricorda poi che Paterno fin dal tempo dei Romani era famosa per le cave di basalto e di tufo con cui venne realizzato in gran parte l’acquedotto Claudio.

Inoltre la località di Paterno è legata all’acquedotto fatto costruire dall’imperatore Augusto nel I secolo a. C. Esso portava l’acqua da Serino fino a Capo Miseno (terminando nella famosa Piscina Mirabilis) dove era di stanza la flotta romana. L’acquedotto, proveniente da Mercato San Severino, passa per la chiesa del SS. Salvatore, per il centro della piazza di Castel S. Giorgio e costeggia la montagna di S. Croce. Diventa visibile nel campo sportivo di Taverna per ritrovarsi dietro al Palazzo Calvanese e prosegue fino al Palazzo baronale di Paterno dove si trovano ancora gli sfiatatoi coperti da lastre di pietra: infatti in questo punto del suo percorso passa per circa 100 metri al di sotto della Cappella di Paterno. L’acquedotto è costituito da un canale con volte a botte, in opera cementizia, rivestito di cocciopesto.

Ancora, nella località di Paterno sono state rinvenute varie ed estese ville rustiche, probabilmente del IV-III secolo costruite a mezza costa proprio a ridosso del “Passo dell’Orco”. Recentemente sono venuti alla luce frammenti di ceramica a vernice nera della stessa epoca provenienti da un deposito votivo, e blocchi di tufo di piperno, probabili resti di tombe del VI-III a. C.

Infine dal punto di vista storico è ampiamente documentato che fin dal 1485 Francesco Coppola, ministro delle finanze e conte di Sarno, si riuniva a Paterno con i suoi seguaci per ordire la congiunta dei baroni contro il re Ferdinando I d’ Aragona.