La struttura architettonica
Una lettera del professore Giuseppe Cosenza, cattedratico dell’Università di Napoli, agli inizi del ‘900, afferma che tra il 1760 e 1763 il palazzo fu completamente rifatto su disegno del Vanvitelli. Qualcuno invece sostiene che, essendo il palazzo della fine del ‘600 e considerate anche le sue caratteristiche architettoniche, la ristrutturazione del complesso sia stata piuttosto progettata dall’architetto Ferdinando Sanfelice.
L’impianto generale del palazzo risulta dell’evoluzione di una villa fortificata, legata senza dubbio alla necessità di difesa dal brigantaggio che imperversava specialmente nelle zone agricole.
Infatti la facciata si presenta molto compatta con solo due portali principali, di stile barocco, in pietra bianca: uno che dà sull’androne e l’altro che immette nella Cappella palatina. Quest’ultimo è sovrastato da una lunetta trilobata dove in alto si legge inciso nella pietra l’anno di rifacimento dell’edificio, il 1763.
Inoltre il gusto tardobarocco di questi portali è attenuato dal torrino laterale dove un tempo si aprivano le feritoie per le fuciliere.
Infine l’analisi della planimetria e delle tecniche murarie usate fa pensare ad un iniziale blocco rettangolare, esteso poi con interventi successivi, di qualità artistica meno pregevole, fino a realizzare la attuale pianta irregolare che lo caratterizza.
L’edificio si sviluppa su due livelli: il piano terra e il primo piano.